Troppi taboo frenano la crescita

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Maggio 30, 2013 di vermondo

Wikipedia definisce ‘taboo’ una forte proibizione (o interdizione), relativa ad una certa area di comportamenti e consuetudini, dichiarata “sacra e proibita”. Infrangere un taboo è solitamente considerata cosa ripugnante e degna di biasimo da parte della comunità.

Una larga fascia della popolazione italiana continua a coltivare certi taboo, che di fatto bloccano o frenano le possibilità di cambiamento, di crescita e di sviluppo. Il risultato è drammaticamente di fronte a noi, tutti i giorni: gli altri paesi crescono e il nostro arretra. E non parlo solo di crescita economica ma anche di sviluppo scientifico, tecnologico, produttivo, culturale e sociale.

Parto da questa premessa di carattere generale, per commentare la discussione di ieri sera, in consiglio comunale, sulle linee di indirizzo per la società BEA (Brianza Energia Ambiente). Il Comune di Meda è socio di questa società insieme con altri Comuni. BEA fornisce servizi ambientali, come la termovalorizzazione della frazione non riciclabile dei rifiuti urbani. Ebbene, nella discussione e nelle motivazioni riportate anche nella proposta di deliberazione della Giunta, sono emersi chiaramente due taboo: la termovalorizzazione (solitamente chiamata incenerimento) dei rifiuti e la partecipazione tra pubblico e privato nelle società di servizi.

Riporto qui di seguito, il testo integrale della mia dichiarazione, dove richiamo e commento questi due taboo, nelle premesse per poi spiegare la mia dichiarazione di voto.

 

Signor Sindaco, Signore/i Consiglieri, Signore/i Assessori,

innanzitutto porto all’attenzione di questo consiglio, ancora una volta, la mia contrarietà all’abitudine di mettere in votazione consiliare argomenti importanti per le scelte strategiche di questa nostra città, senza la preventiva discussione con approfondimento nella commissione competente, così come previsto all’art. 15 del nostro regolamento. Nel caso specifico penso che la commissione competente possa essere quella di Attività Economiche (che, peraltro, non è mai stata convocata finora!). Devo anche precisare che questa cattiva abitudine avveniva anche con l’amministrazione precedente. Quindi, il mio vuole essere un invito a tutti – presidente, sindaco, assessori e consiglieri – perché si eviti in futuro il ripetersi di analoghe infrazioni regolamentari e di mancanza di rispetto per noi consiglieri, chiamati a votare senza avere preventivamente analizzato e valutato l’argomento in commissione. Non è professionale e non fa bene a questo consiglio, decidere su questioni che non siano state prima analizzate, anche con il contributo di esperti, per maturare una valutazione che sia fondata sull’analisi dei dati, dei vantaggi e svantaggi, dei costi e benefici ecc.

Nel merito delle motivazioni riportate nella proposta di deliberazione, non è condivisibile l’affermazione che il recupero energetico e la raccolta differenziata dei rifiuti siano tra loro confliggenti e incompatibili. Al contrario, nei sistemi di successo di gestione integrata dei rifiuti, le diverse modalità di raccolta, recupero e riciclo sono sinergiche: raccolta differenziata, riciclo meccanico di determinati materiali della frazione secca dei rifiuti, il compostaggio della frazione umida e la valorizzazione termica della parte rimanente. Tutto questo è ampiamente dimostrato dalle buone pratiche di gestione integrata dei rifiuti in Europa: i paesi con più elevato tasso di riciclo hanno anche efficienti termovalorizzatori per assicurare il recupero a 360° di tutti i rifiuti. In molte città di paesi ritenuti ambientalmente all’avanguardia, i termovalorizzatori sono situati anche al centro, con indicazione pubblica e trasparente dei livelli delle sostanze ritenute potenzialmente pericolose così che siano costantemente controllate e garantiscano la totale sicurezza per i cittadini. Un esempio per tutti, la città di Vienna in Austria; ma si possono elencare anche città in Svizzera, Francia, Danimarca, Svezia ecc.

Non è neppure valida la motivazione negativa ‘a priori’ dell’ingresso di privati nel capitale sociale e nella gestione della società BEA, come in altre società in generale che forniscano servizi di utilità pubblica. La presenza di operatori e finanziatori privati, a fianco di enti pubblici non è un bene o un male in sé e in assoluto. Sarebbe un approccio ideologico, di logiche vecchie e superate pensare il contrario. Occorre, invece, valutare nel merito la bontà di una partecipazione secondo criteri di efficienza ed efficacia che assicurino i servizi necessari alla comunità con la migliore qualità al minor costo possibile.

Premesse queste considerazioni, qual è il piano del Comune di Meda per la destinazione della frazione termovalorizzabile nel caso in cui il termovalorizzatore di Desio non venga potenziato, come proposto da BEA? Quali sono gli altri operatori sul territorio che siano disponibili a ritirare le quantità necessarie? E quali sono i costi e i benefici per Meda in questo scenario?

Colgo questa occasione per chiedere al Sindaco e alla Giunta qual è il piano di gestione integrato dei rifiuti di Meda a breve-medio termine (prossimi 3 anni) e a medio-lungo termine (prossimi 10 e più anni). In particolare, il piano deve prevedere la quantità di rifiuti, nelle varie frazioni e la destinazione (a riciclo o a compostaggio o a termovalorizzazione o a discarica), i costi e la valutazione d’impatto ambientale.

La sostenibilità della gestione integrata dei rifiuti – se non si vuole arrivare alle situazioni critiche e sempre più diffuse in Italia di emergenze – deve essere economica, ambientale e sociale. Tutte e tre queste valenze devono essere presenti nel piano dei rifiuti.

Questa discussione ci conduce anche ai punti che sono all’ordine del giorno, più avanti. Mi riferisco a TARSU e TARES. Come è possibile per questo consiglio esprimere un voto ragionato, se non sono ancora state definite le modalità con le quali si intende finanziare il servizio della gestione dei rifiuti con la copertura totale delle spese assicurata dalla raccolta di tasse e imposte specifiche (TARSU o TARES) senza attingere dalle entrate generali, che devono invece essere dedicate ad altre attività ugualmente prioritarie per la comunità.

Apro e chiudo un inciso: analogamente al piano di gestione dei rifiuti, chiedo al Sindaco e alla Giunta lo stato di elaborazione delle linee programmatiche di governo, generali e non solo quelle ambientali, relative al punto in discussione. Il nostro statuto richiede che queste linee programmatiche siano presentate e deliberate in consiglio entro 90 giorni dall’insediamento. Ebbene, sono trascorsi 140 giorni circa e non abbiamo ancora né ascoltato né visto le linee programmatiche di questa giunta.

Concludendo, in assenza delle necessarie e approfondite valutazioni tecniche, finanziarie, ambientali e sociali non mi sembra sensato rifiutare un piano senza averne uno alternativo che dia migliori garanzie e vantaggi per la nostra comunità. Per questo motivo, il mio voto è contrario alla proposta della Giunta di rifiutare il piano di BEA senza averne elaborato uno alternativo e più vantaggioso per i Medesi.

Vermondo Busnelli

Consigliere Comunale e Capogruppo di Meda per Tutti

29 maggio 2013

 

Manifesto

5 thoughts on “Troppi taboo frenano la crescita

  1. erica ha detto:

    Bell’articolo, ma concordo con chi dice… si spera sempre che alla fine vada tutto per il meglio!

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